Una vasca a favore delle anime e dei corpi delle bagnanti.
La piscina Beata Giovanna di Rovereto


a cura di Rossano Recchia e Roberto Setti
In collaborazione con Il Liceo Rosmini di Rovereto
La Grafica, 2020
Presentazione di Fabrizio Rasera

La storia dell’educazione del corpo delle donne era al centro del primo libro scritto da Rossano Recchia e Roberto Setti, edito nel 2015: quattrocento pagine dedicate a Ginnastica, igiene, istruzione e condizione femminile tra ‘800 e ‘900 a Rovereto. A quella ricerca d’ampio respiro va connesso questo lavoro sulla piscina «della Beata Giovanna», vivace e di piacevole lettura ma lontano da una facile occasionalità.
La struttura del nuovo libro corrisponde a una formula già sperimentata con successo da Setti in pubblicazioni precedenti, spesso realizzate in tandem con Antonio Zandonati: una ricostruzione storica con documenti di prima mano; fotografie che ricreano nella memoria il luogo e lo ripopolano di corpi e di volti; ricordi scritti o raccontati a voce da testimoni in prima persona. In un originale percorso la vasca realizzata per le ragazze della parrocchia di S. Marco va ad aggiungersi a quella municipale in Corso Rosmini; alla pista per velocipedi che ha preceduto i giardini di via Dante; alla palestra per le scuole in via dei Giardini; al campo di pallacanestro sul retro del Palazzo Rosmini-Balista. L’ideale collana che si è andata così delineando fornisce spunti per una storia urbana di Rovereto ancora tutta da fare.
Di queste strutture realizzate per il movimento fisico quattro su cinque non esistono più e sono vissute solo per qualche decennio; poco più di trent’anni resta aperta la piscina parrocchiale ideata a sostegno e protezione dei bagni delle fanciulle. Si tratta dunque di un’opera di transizione, non solo per le sue inadeguatezze tecniche. Muta profondamente, in quei trent’anni, la concezione del corpo, mutano le relazioni tra i sessi e tra le generazioni, si afferma anche nella Chiesa una morale più aperta e ottimistica. Recchia e Setti scavano, attraverso le pagine dei bollettini parrocchiali, in questo luogo e non indolore passaggio culturale. Si capisce, tra le righe, che avrebbero voluto andare più in profondità, ma l’oggetto delimitato del volume (le stagioni della piscina Beata), ne sarebbe stato troppo gravato. Resta aperto un interrogativo di fondo: l’impulso a realizzare a questa originale “opera parrocchiale” era di tipo conservatore o modernizzatore? Si intendeva confermare un vecchio modello educativo, garantendo alle piccole donne e ai piccoli uomini uno spazio accuratamente recintato, o ci si apriva a prospettive nuove? Dopo l’inaugurazione del 1957 ci si sarebbe trovati quasi subito nel clima del papato di Giovanni XXIII e poi dentro le grandi trasformazioni promosse dal Concilio Vaticano II. L’oasi serena della vasca ricavata nei luoghi dove tre secoli prima Giovanna Maria della Croce aveva patito i tormenti interiori e mistiche visioni era troppo marginale per caricarla oggi di interpretazioni generali o troppo nette.
Recchia e Setti sottolineano soprattutto la positività dell’esperienza reale. Nella seconda parte del volume una serie di efficaci testimonianze restituisce alla storia una dimensione fondamentale, quella delle fanciullezze e adolescenze passate per questo luogo e rivissute nella memoria. Vanno lette nelle loro peculiarità e diversità, ma da tutte emerge un legame affettuoso con quel frammento di passato. Molte di queste brevi narrazioni hanno in comune il senso di una scoperta di sé, anche attraverso il piacere e la conquista del nuoto. La permanenza nel ricordo di sensazioni intense è concentrata spesso in quelle olfattive (il profumo dei tigli, il richiamo che esalava dal vicino panificio, l’odore pervasivo dell’acqua clorata, quella del salvagente-pneumatico…). In una delle pagine autobiografiche più distese, l’impaccio adolescenziale sembra risolversi (provvisoriamente?) in “una libertà sognata”.


Indice

Premessa
Pag.9

1. Nuotare a Rovereto
Per cominciare
Pag. 11
La prima piscina cittadina di fine '800
Pag. 11
Il nuoto: una passione crescente
Pag. 18
Vita della piscina comunale dai primi anni Cinquanta fino alla chiusura
Pag. 23

2. I bagni e la morale cattolica
L'orientamento della Chiesa sulle pratiche fisiche e sportivi femminili
Pag. 27
La moda e il corpo invisibile della donna
Pag. 31
La "tentazione del demonio ballerino"
Pag. 33
Il cinema "tramite spaventoso di corruzione"
Pag. 35

3. L'impegno dei cattolici per le vacanze della gioventù
Le istituzioni della Chiesa per i giovani
Pag. 43
I primi passi della ricostruzione religiosa e sociale
Pag. 45
I campeggi e le colonie estive nell'immediato dopoguerra
Pag. 46
I bafìgni secondo la visione della Chiesa
Pag. 47
L'avvio della colonia diurna per le ragazze
Pag. 50

4. La piscina Beata
"Una vasca a favore delle anime we dei corpi delle bagnanti"
Pag. 55
La costruzione della piscina della Beata Giovanna
Pag. 57
Il primo decennio
Pag. 59
La gioia e le incognite delle "nuove vacanze"
Pag. 65
Tra incremento della frequenza e ammodernamento dell'impianto (1967-1982)
Pag. 69
Dalla radicale ristrutturazione alla definitiva chiusura (1982-1991)
Pag. 76
La colonia dal 1982 al 1992
Pag. 82

Cronologia
Pag. 90

Bibliografia
Pag. 91

Testimonianze
Pag. 93