Ginnastica, igiene, istruzione e condizione femminile tra '800 e '900 a Rovereto

a cura di Rossano Recchia e Roberto Setti

Prefazione di Fabrizio Rasera, Presidente dell'Accademia roveretana degli Agiati

La Grafica, Mori 2015

 

È un percorso di ricerca suggestivo, quello descritto in questo libro, e costruito lungo strada, anziché ricalcando schemi già perfezionati a tavolino. Partiti da un oggetto apparentemente ben definito, la ginnastica femminile a Rovereto tra secondo ‘800 e primo ‘900, Rossano Recchia e Roberto Setti si sono inoltrati in un panorama molto vasto. Non solo la storia delle istituzioni formative e quella dello sport, dunque, ma il giornalismo pedagogico ottocentesco, le battaglie positivistiche per l’igiene, le opere assistenziali realizzate dal filantropismo borghese e dal cattolicesimo sociale, le istituzioni sanitarie, le trasformazioni della condizione femminile a diversi livelli sociali e culturali, le nuove forme di protagonismo delle donne e molto altro ancora. Le ampie volute della ricognizione sembrano condurre lontano dall’obiettivo iniziale, ma poi ci ritroviamo nel vivo di dibattiti che non possiamo definire attuali solo per la dismisura tra le dispute odierne sulla “buona scuola” e le speranze nella “scuola dell’avvenire” rievocate in un capitolo di questo lavoro. Non c’è nostalgia regressiva negli autori, nel sottoporre alla nostra considerazione i materiali di quell’impegno pedagogico appassionato; ma una vibrazione autobiografica si può avvertire, nella loro rivisitazione delle generose battaglie scolastiche di più di un secolo fa.

Cammina, cammina si perviene infine al tema originario della ricerca, nella consistente parte finale del volume dedicata all’insegnamento ginnico a scuola, ai dettagliatissimi programmi, a quanto si è riusciti a trovare sulla loro attuazione, insomma ai parziali e forse deludenti tentativi di tradurre in prassi istituzionale l’utopia di una ginnastica rigeneratrice dei corpi e degli spiriti.

Vaste le tematiche, piccolo il principale luogo di osservazione, una città che all’inizio del ‘900 superava di poco i diecimila abitanti. Recchia e Setti ricostruiscono con attenzione il duraturo impegno di Rovereto nel volersi “città delle scuole”, mettendo a fuoco con efficacia le tappe dell’ammirevole politica scolastica realizzata nell’epoca di governo di Valeriano Malfatti, podestà per quasi trent’anni e deputato a Vienna senza interruzione per un tempo ancora più lungo. Ritornano in forma analitica sulla storia del Liceo Femminile di istituzione comunale, riproposta di recente all’attenzione dalla magnifica Storia della scuola trentina di Quinto Antonelli. Studiano le campagne progressiste di un giornale non eccelso come il “Raccoglitore”, capace però nei suoi primi anni di far circolare tra i lettori idee e proposte di un certo respiro. Mettono in scena figure femminili non sempre presenti o influenti direttamente nella città, ma capaci di porla in stretta comunicazione con esperienze d’avanguardia, come Bice Campolongo, educatrice a Milano, o la socialista Enrica Sant’Ambrogio, o la più celebre Antonietta Giacomelli, un’intellettuale interna alla sensibilità del cattolicesimo più inquieto. L’apparente restrizione locale non impedisce la necessaria estensione dello sguardo a una dimensione più vasta, lo sottolineo per i non pochi lettori che sospettano sempre, nelle ricerche di area roveretana, l’incombere di mitizzazioni municipalistiche.

Ci si può chiedere, finita la lettura, se alla conclusione dell’itinerario sappiamo abbastanza delle giovani donne dei cui corpi, delle cui persone tanti soggetti si affannano a occuparsi. La risposta la danno gli autori senza reticenze: no, non ne sappiamo quanto vorremmo, in primo luogo per la carenza di documenti in prima persona, di espressioni soggettive dell’incontro con quei progetti educativi e didattici intorno alle donne. Recchia e Setti non si proponevano di sostituirsi loro, creativamente, al relativo silenzio di testimonianze femminili. Il loro libro non si espone in interpretazioni invadenti e si presenta piuttosto come un inventario ragionato di documenti e di temi, che ci auguriamo stimoli nuove ricerche e ulteriori percorsi.

Nella veste di rappresentante dell’Accademia roveretana degli Agiati esprimo la convinzione che sarebbe una buona scelta avviare con questo libro una serie di pubblicazioni di ispirazione affine. Non necessariamente una collana, che richiederebbe omogeneità formale e continuità editoriale. Forse piuttosto un contenitore aperto anche ad altri temi, a tagli diversi, ad approcci pluralistici alla storia e all’attualità. Ma avendo ben presente, tra le motivazioni, la ricchezza di potenzialità conoscitive insita nella storia delle istituzioni formative e culturali, di cui il lavoro di Rossano Recchia e Roberto Setti mi sembra un’ulteriore e originale conferma.

 

Rossano Recchia è insegnante di Lettere. Si è occupato del curricolo e della didattica della storia ed ha svolto varie attività di formazione.

Roberto Setti è insegnante di educazione fisica. Si occupa di ricerca storica nel settore dello sport e dell'associazionalismo sportivo.