La traduzione manoscritta o «sommersa» nella cultura europea (1700-1950)


La scadenza per l'invio delle proposte è stata prorogata al 31 maggio 2021.

La proposta, stilata a discrezione dell’autore in italiano, francese, inglese o tedesco, dovrà essere inviata al seguente indirizzo mail: traduzionemanoscritta@agiati.org

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La traduzione manoscritta o «sommersa» nella cultura europea (1700-1950)

Accademia Roveretana degli Agiati

8-9 novembre 2021

Nella cultura europea moderna e contemporanea esiste una particolare tipologia di traduzione che si potrebbe chiamare sommersa, perché rimane celata, sotto forma di manoscritto o dattiloscritto, nell’archivio di un traduttore o di un editore. Le ragioni che spiegano la natura di questo particolare fenomeno di versione inedita sono molteplici: l’esplicito carattere di esercitazione letteraria o di trasposizione tecnica, il ripensamento o il mancato completamento da parte del suo artefice, l’accantonamento a causa di una versione più rapida ad essere stampata, le difficoltà o le incomprensioni insorte tra il traduttore, da una parte, e l’autore o l’editore, dall’altra, ecc. La fallita pubblicazione di una traduzione non vuol dire però necessariamente la sua mancata circolazione. Ci sono versioni che, pur essendo inedite, transitano ugualmente all’interno di reti di sociabilità intellettuale più o meno strutturate, assicurando una conoscenza precoce e ufficiosa del testo trasposto. Tale fenomeno può essere assimilato a quello che la moderna storiografia ha definito la comunicazione manoscritta, di cui la filosofia clandestina settecentesca costituisce senza dubbio la punta dell’iceberg. La traduzione sommersa, anche se non può avere una diffusione paragonabile a quella a stampa, rappresenta tuttavia uno straordinario banco di prova per indagare tutte le pratiche o «tattiche» traduttologiche, di cui si avvale il traduttore letterario nel passaggio di un testo da una lingua all’altra e da un sistema culturale all’altro. Essa permette di analizzare innanzitutto se la versione è stata realizzata direttamente sull’opera originale oppure su un metatesto, costituito dal montaggio o dalla collazione di edizioni diverse dello stesso testo. Inoltre consente di verificare se vi sia stato l’eventuale impiego di parziali o integrali traduzioni indirette o relais, chiamate anche da Jürgen von Stackelberg «traduzioni di seconda mano» (Übersetzungen aus zweiter Hand). Il carattere autografo delle versioni sommerse permette ‒ molto di più rispetto a quelle a stampa, di cui si è perso il manoscritto o il dattiloscritto originario ‒ di svolgere delle mirate indagini genetiche per ricostruire il complesso lavoro del traduttore letterario, evidenziando, laddove se ne sono conservate le tracce, le sue eventuali opzioni sintattiche e lessicali, il bisogno di esplicitare, attraverso incisi paratestuali ad hoc, la difficile resa di una parola o di un sintagma nel passaggio da una lingua all’altra.

L’edizione postuma di una traduzione manoscritta non ne inficia in alcun modo lo statuto originario, dal momento che il suo destino ricade al di fuori dell’orizzonte d’intenti del suo artefice per essere piegato alle rivendicazioni di un altro attore che agisce ex post.

Lo studio delle versioni sommerse non offre solo la possibilità di far riemergere dall’oblio un nucleo di materiali letterari del tutto negletto sino ad oggi, ma di approfondire allo stesso tempo l’estensione reale delle pratiche di mediazione tra realtà culturali diverse, transitate non esclusivamente attraverso il canale editoriale.

In questa edizione del convegno saranno prese in considerazioni soltanto proposte relative a traduzioni manoscritte o dattiloscritte stilate tra il 1700 e il 1950 nelle principali lingue vive europee, quali italiano, francese, tedesco e inglese, a partire da opere in prosa o/e in versi pubblicate negli stessi idiomi.

Ogni singola proposta dovrà contenere:

  1. il titolo del contributo;

  2. il nome dell’autore e l’indicazione della sua appartenenza istituzionale;

  3. un breve riassunto dell’intervento (max 1000 caratteri, spazi inclusi);

  4. l’indicazione del manoscritto o del dattiloscritto oggetto della ricerca, precisando il luogo di conservazione e la natura del supporto (manoscritto autografo, manoscritto allografo, bella o brutta copia, bozza, ecc.);

  5. un breve curriculum del proponente (max 300 caratteri, spazi inclusi).

La proposta, stilata a discrezione dell’autore in italiano, francese, inglese o tedesco, dovrà essere inviata entro il 31 maggio 2021 al seguente indirizzo mail: traduzionemanoscritta@agiati.org.

A partire dal 1° luglio 2021 verrà data comunicazione agli interessati se la loro proposta è stata selezionata per il seminario.

Il comitato scientifico del convegno è formato da: Stefano Ferrari (Accademia Roveretana degli Agiati), Michele Sisto (Università degli Studi di Pescara-Chieti), Paola Maria Filippi (Università degli Studi Bologna) e Alessia Castagnino (Università degli Studi di Milano).

 


 

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The manuscript or ‘submerged’ translation in European culture (1700-1950)

Accademia Roveretana degli Agiati
8-9 November 2021

 

In modern and contemporary European culture, a particular type of translation exists that may be called ‘submerged’, because it remains hidden, as a manuscript or a typescript, in the personal archive of a translator or an editor.

The peculiar phenomenon of unpublished translations has manifold explanations. The author might have explicitly intended the translation as a literary exercise or a technical transposition; he or she might have reconsidered his work or left it unfinished; he or she might have preferred another version that was faster to print; difficulties or disagreements might have arisen between the translator on the one side and the original author or the editor on the other, etc.

The failure to publish a translation, however, does not necessarily foreclose its circulation. Some translations, albeit unpublished, still pass through more or less structured intellectual networks, ensuring an early and unofficial knowledge of the original text. This phenomenon can be associated with what modern historiography has termed ‘manuscript communication’, of which 18th-century clandestine philosophy most likely represents the tip of the iceberg.

Although submerged translations cannot circulate as widely as print ones, they constitute nonetheless an extraordinary testing ground to investigate all the translatological practices or ‘tactics’ used by literary translators to convey a text from a language to another, and from a cultural system to another.

First, it is possible to understand whether the translation was operated directly on the original work or using a metatext, which assembles and collates different versions of the same text. Furthermore, it can be verified whether partial or full indirect translations, or relais, were employed, which Jürgen von Stackelberg called ‘second-hand translations’ (Übersetzungen aus zweiter Hand).

The autograph quality of submerged translations allows – to a far greater extent than the print ones whose original manuscript or typescript is missing – to conduct targeted genetic analyses in order to reconstruct the complex work of the literary translator. It is hence possible to highlight, where traces remain, any syntactic and lexical choices, or the need to mark, using ad hoc parenthetical elements, the difficulty in translating a word or a phrase from a language to another.

The posthumous publication of a manuscript translation does not affect in any way its original purpose since its fate becomes independent from the intentions of the translator and prone to the claims of another subject acting retroactively.

Studying submerged translations does not only provide an opportunity to bring back to the surface a core of literary materials that was previously neglected, but at the same time to engage with the true extent of mediating practices between different cultural realities, which do not only pass through the editorial channels.

The upcoming edition of the conference will only consider submissions concerning manuscript or typescript translations drafted between 1700 and 1950 in the main European spoken languages, that is Italian, French, German, and English, from original prose or/and poetry works published in the same languages. Each individual submission must contain:

  1. the title of the contribution;

  2. the author’s name and an indication of his institutional affiliation;

  3. a brief summary of the contribution (max. 1000 characters including spaces);

  4. an indication of the manuscript or typescript as the object of research, specifying its current location and the medium (i.e., autograph manuscript, allograph manuscript, rough or fair copy, draft, etc.);

  5. a short resume of the applicant (max. 300 characters including spaces).

The proposal, to be written in Italian, French, English or German at the author’s discretion, must be sent by 31 May 2021 to the following email address: traduzionemanoscritta@agiati.org.

From 1 July 2021, the applicants will be notified whether their proposal has been selected for the seminar.

The scientific committee overseeing the conference is composed of: Stefano Ferrari (Accademia Roveretana degli Agiati), Michele Sisto (Università degli Studi di Pescara-Chieti), Paola Maria Filippi (Università degli Studi di Bologna) and Alessia Castagnino (Università degli Studi di Milano).

 


 

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Die handgeschriebene bzw. „untergetauchte“ Übersetzung in der europäischen Kultur (1700-1950)

Accademia Roveretana degli Agiati
8.-9. November 2021

In der europäischen Kultur von der jüngeren Vergangenheit bis in die Gegenwart hinein ist eine besondere Typologie von Übersetzung vorhanden, die man als „untergetauchte Übersetzung“ bezeichnen möchte. Sie existiert nur in Form eines Manuskripts oder eines Typoskripts und ruht in den Archiven der ÜbersetzerInnen und der HerausgeberInnen oder deren Verlagshäuser verborgen. Die Gründe, die dieses bemerkenswerte Phänomen der unveröffentlichten Umsetzungen erklären können, sind vielfältig: die in Frage kommende Übersetzung galt explizit von vornherein „nur“ als eine persönliche Übung bzw. private technische Erfahrung; deren AutorIn hielt sie noch nicht für druckreif und beabsichtigte, sie wieder einmal durchzudenken und zu feilen; eine frühzeitige Version anderer Hand lag unerwartet vor; es kamen ungeahnte Schwierigkeiten und Missverständnisse zwischen dem ÜbersetzerIn auf der einen Seite und dem AutorIn des Originals oder dem Verlag auf der anderen.

Wie dem auch sei, die fehlgeschlagene Veröffentlichung einer Übersetzung bedeutet nicht zwangsläufig, dass sie nicht in Umlauf gebracht wurde und nun bekannt ist. Es gibt Versionen, die, obwohl ungedruckt, als fester Bestandteil der Kulturerbe in den Netzwerken der sozialen Interaktion ihren Platz gefunden haben und somit eine baldige, wenn nicht unbedingt „offizielle“ Kenntnisnahme der jeweiligen Quellentexte gewährleisteten. Dieses Phänomen kommt jener Mitteilungsart sehr nahe, die von der modernen Geschichtsschreibung als Manuskriptkommunikation bezeichnet wird und deren Spitze zweifelsohne die verborgene Philosophie des 18. Jahrhunderts darlegt. Obwohl die untergetauchten Übersetzungen keine mit den gedruckten Übertragungen vergleichbare Verbreitung aufweisen können, stellen sie einen außergewöhnlichen Prüfstein dar, um alle Übersetzungspraktiken oder „Taktiken“ zu untersuchen, die der/die literarische ÜbersetzerIn verwendet, um anderssprachige Texte und die damit kulturellen Systeme zu vermitteln. Hier hat man zunächst die Möglichkeit zu eruieren, ob die Version direkt nach dem Originaltext angefertigt wurde, oder nach einem Metatext, der seine Existenz der Zusammenstellung verschiedener Ausgaben derselben Schrift verdankt. In diesem Fall entsteht die Gelegenheit zu prüfen, ob nur partiell oder im Ganzen jene sogenannte indirekte Übersetzungen verwendet wurden, die von Jürgen von Stackelberg als „Übersetzungen aus zweiter Hand“ bezeichnet werden.

Viel mehr als die gedruckten Versionen, deren Originalmanuskripte oder Typoskripte verloren gegangen sind, ermöglicht der Autogrammcharakter der untergetauchten Versionen gezielte genetische Untersuchungen durchzuführen, um die komplexe Verfahrensweise eines Literaturübersetzers zu rekonstruieren. Außerdem lassen sich dadurch die syntaktischen und lexikalischen Optionen des Autors erkennen, falls Spuren derselben vorhanden sind, und man kann sein auktoriales Bedürfnis besser verstehen, die problematische Wiedergabe eines Wortes oder eines Satzes durch paratextuelle Einschube bereichern zu wollen.

Die posthume Ausgabe einer handschriftlichen Übersetzung macht ihren ursprünglichen Status in keiner Weise ungültig, da nun ihr Schicksal außerhalb des Bereichs ihres Schöpfers/Schöpferin liegt und sie sich den Forderungen eines anderen Vermittlers beugen muss.

Das Studium untergetauchter Versionen bietet nicht nur die Möglichkeit, einen bislang völlig vernachlässigten Kern literarischer Materialien wieder aus der Vergessenheit zurückzurufen. Es gestattet gleichzeitig, die reale Ausweitung der Vermittlungspraktiken unter asymmetrischen kulturellen Gegebenheiten zu vertiefen, die nicht lediglich über einen redaktionellen Kanal verbreitet wurden.

In dieser ersten Auflage der Tagung werden Vorschläge für Referate zu hand- bzw. maschinengeschriebenen Übersetzungen berücksichtigt, die ausnahmslos zwischen 1700 und 1950 in den wichtigsten lebenden europäischen Sprachen - etwa Italienisch, Französisch, Deutsch, Englisch - in Prosa oder in Versen verfasst wurden.

Jeder Vorschlag enthält:

1. Titel des Beitrags;

2. Namen des Verfassers oder der Verfasserin und Hinweis auf der jeweiligen institutionellen Zugehörigkeit;

3. kurze Zusammenfassung des Referats (max. 1000 Zeichen, einschließlich Leerzeichen);

4. Angaben der Typologie des jeweiligen behandelten Manuskripts bzw. Typoskripts und Aufbewahrungsort desselben (Autogrammmanuskript, allographisches Manuskript, endgültige oder schlechte Kopie, Entwurf usw.);

5. Kurzlebenslauf der Antragsteller (max. 300 Zeichen, einschließlich Leerzeichen).

Der Vorschlag - je nach Wunsch der/des Beitragenden in italienischer, französischer, englischer oder deutscher Sprache - muss bis zum 30. Mai 2021 an folgende E-Mail-Adresse eingereicht werden: traduzionemanoscritta@agiati.org.

Die Zu- oder Absage seitens des wissenschaftlichen Komitees erfolgt ab dem 1. Juli 2021.

Mitglieder des wissenschaftlichen Ausschusses der Tagung: Stefano Ferrari (Accademia Roveretana degli Agiati), Michele Sisto (Universität Pescara-Chieti), Paola Maria Filippi (Universität Bologna) und Alessia Castagnino (Universität Mailand).

Call for papers. Traduzione manoscritta

 

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